Circus Aut-Out

I laboratori di Circus Aut-Out si svolgeranno tutti i lunedì e martedì pomeriggio presso il tendone di Spazio Ipotetico. Per informazioni e iscrizioni scrivi ai nostri Contatti

CIRCUS AUT OUT

Il nome del progetto è composto: “Aut” come Autismo e “Out” come fuori, al di fuori, andare oltre. Andare oltre come superare una visione stereotipata, una visione che alimenta il pregiudizio e impedisce di considerare la persona in quanto tale, vincolando la sua immagine e la sua unicità meramente a dei tratti diagnostici.

 

Circus AutOut è un progetto sperimentale nato nel 2013 da un’idea di un insegnante di circo ed un’educatrice, sviluppata poi in equipe una terapista della neuro e psicomotricità sotto la supervisione di una neuropsichiatra.

L’idea di base del progetto è stata e rimane quella di far sperimentare a persone con diagnosi di autismo il mondo del circo, dove tale mondo, tale ambiente, viene inteso come contesto ecologico e ludico in cui, divertendosi, è possibile sperimentare, conoscere e sviluppare la percezione del proprio corpo e delle proprie capacità.

Fin dai primi mesi di sperimentazione viene impostata una metodologia di lavoro considerando presupposti teorici specifici come la Teoria dei Neuroni Specchio del Prof. Rizzozolatti e la Ted_Terapia di Scambio e Sviluppo, modello ideato dalla prof.ssa Catherine Barlthèlèmy e il prof. Le Lord.

Negli ultimi anni la ricerca ha evidenziato come l’autismo sia causato da un disordine dello sviluppo, neurobiologicamente determinato, che comporta particolari difficoltà di organizzazione, non solo delle funzioni cognitive superiori (memoria, attenzione, linguaggio problem solving), ma anche del sistema motorio e quello percettivo. Con l’attività circense, sperimentando giocoleria, acrobatica, equilibrismi, si rende possibile sperimentare e sviluppare la percezione del proprio corpo e delle proprie potenzialità, sia motorie che sociali, favorendo il piacere condiviso, e dunque lo scambio e l’interazione, generando un incremento e uno sviluppo in alcune delle neurofunzioni tipicamente alterate nelle persone autistiche.

"Quando il circo incontra l'autismo può venir fuori di tutto,
tranne gli stereotipi"

Il movimento rappresenta uno degli strumenti più primitivi per comunicare, esprimersi e comprendere l’altro: attraverso i giochi proposti durante l’attività circense vengono stimolate quelle funzioni motorie sociali, di solito descritte come deficitarie dalla diagnosi, stimolando reciprocità sociale, lettura dell’intenzione motoria altrui, cooperazione e collaborazione, imitazione motoria cooperativa, attenzione congiunta.

Durante i laboratori a cadenza settimanale, i ragazzi e le ragazze sono suddivisi in gruppi di 5/6 persone. Prima dell’inserimento in gruppo viene fatta un’osservazione dove un’insegnante di circo ed un educatore/educatrice sperimentano strumenti, esplorano lo spazio e cercano di entrare in relazione con la persona; successivamente decidono in base ad età, caratteristiche individuali e funzionali, insieme alla famiglia, in quale gruppo provare ad attivare l’inserimento o se iniziare da un percorso individuale per poi proporre il gruppo successivamente.

L’attività frontale è costantemente guidata e seguita dall’insegnante di circo e dall’educatore o l’educatrice: l’equipe di lavoro programma la lezione e sviluppa esercizi specifici che hanno come obiettivo quello di lavorare per valorizzare e sviluppare le abilità del singolo e del gruppo sulla base degli interessi, i punti di forza e di debolezza, aprendo possibilità di sperimentazione e messa in gioco dell’espressività e dei talenti di ciascuno. 

Ogni esercizio, attività o strumento, modulato sulla persona e sul gruppo, permette di lavorare su obiettivi diversi; La versatilità del circo e l’elevata attrattiva dei suoi attrezzi forniscono una serie infinita di possibilità e combinazioni che rappresentano il punto di forza del progetto ad hanno permesso di raggiungere i risultati ottenuti.