CHI SIAMO

IL MANIFESTO

L’A.P.S Spazio Ipotetico si propone di realizzare spazi che permettano di ripensare l’incontro di due concetti generalmente associati solo a scopi riabilitativi o terapeutici: arte e disabilità. L’associazione vuole offrirsi come spazio in cui ogni persona – al di là della classificazione o diagnosi assegnata – possa incontrare il piacere e la bellezza dell’arte, ed esprimersi attraverso un processo creativo libero, svincolato cioè da ogni logica funzionalista, produttiva o riabilitativa. 

Questo manifesto riassume gli sfondi etici e le visioni dell’associazione ed è sintetizzato  in 3 pilastri eguali fra loro. 

Sono riferimenti che guidano le nostre scelte di campo, i nostri posizionamenti e intenzioni, azioni e progetti. Sono lenti e posture che invitiamo ad indossare a ogni persona partecipante. 

Come associazione ci impegniamo a rispettarli fedelmente, fedeli alla linea, e a trasformarli insieme, fedeli all’ascolto, alle persone e alle comunità. 

 

In Spazio Ipotetico esistono 7 miliardi di categorie

                                       In Spazio Ipotetico nessuno è diverso, nessuno è uguale: chiunque è unico, chiunque è persona. 

 

Ogni processo di categorizzazione, per quanto frutto di una tendenza umana, è sempre una semplificazione della realtà, per sua natura complessa. Quando guardiamo alla persona con le lenti della categoria si rischia di identificarla con quella che si considera essere la sua disfunzione, mettendo in ombra la sua unicità; è per questo che la diagnosi è un dispositivo da usare con cura, in maniera critica. 

Riteniamo che la diagnosi possa essere tanto funzionale nell’ambito medico-sanitario, quanto disfunzionale nell’ambito sociale, dove se usata superficialmente, paralizza la capacità di vedere l’altro in quanto essere umano, in quanto soggetto con le proprie complessità, unicità e bisogni. 

Se consideriamo che in ogni persona coesistono abilità e disabilità, andremo a scardinare il concetto classico di “disabilità”, guardandola non come una carenza o difetto dell’individuo, ma come condizione in cui chiunque può ritrovarsi. Disabilità non come una mancanza o responsabilità propria del soggetto, ma come una mancanza e responsabilità propria di società, contesti, saperi e politiche disabilitanti, organizzate per rispondere solo ai bisogni della maggioranza e non di ogni persona.
In Spazio Ipotetico non esistono bisogni speciali, casi particolari o diagnosi: in Spazio Ipotetico ogni persona ha diritto ad essere unica.

 

In Spazio ipotetico l’arte è politica della bellezza

                                             In Spazio Ipotetico i linguaggi sono molteplici, comunicare è esprimersi ed esprimersi è esistere. 

 

L’arte non ha limiti, ma rappresenta piuttosto l’intento di superarli creativamente, di cambiare cornici, di mettere in crisi paradigmi ordinari e norme di riferimento, nonché di sognare destini alternativi. 

Mentre nel mondo ordinario le persone considerate disabili vengono limitate da un sistema costruito solo per chi è conforme alla norma, nell’extra-ordinarietà di un processo artistico è la persona stessa a decidere i propri orizzonti, la propria forma di espressione ed esistenza, il proprio modo di dialogare con sé e con il mondo. 

In una società in cui solo chi viene considerato abile, funzionale e produttivo appare adeguato, l’arte si riflette come scelta politica e linguaggio di cura: sperimentare un percorso artistico significa stare nel tempo perso, nell’improduttività e nella lentezza, nella ricerca del bello, della meraviglia e del piacere.

In Spazio Ipotetico l’arte è libertà di espressione non finalizzata a nessuna meta terapeutica, riabilitativa o cognitiva, se non quello del benessere di ognuno: in Spazio Ipotetico c’è spazio per il sogno, il desiderio e la cura.

 

In Spazio Ipotetico lo spazio è ipoteticamente tuo 

                                    In Spazio Ipotetico ogni voce è ascoltata, ogni ipotesi sondata, ogni polimorfia valorizzata e ogni bizzarria accolta.

 

Sognare e fare le cose insieme, aprirsi a uno spazio di possibilità collettivo, è la prima resistenza all’individualismo spinto che ci circonda, alla feroce tendenza ad escludere chi non appare adeguato, chi è scomodo. 

La partecipazione attiva non è per noi parola muta, ma il tentativo di dar voce a tuttu, di sondare le divergenze, le possibilità, l’inaspettato: l’ipotetico. La nostra direzione vuole essere verso una generatività allargata che crede negli spazi di incontro, di scambio, di dialogo e di collaborazione, così come nella possibilità e responsabilità di chiunque di immaginare percorsi, progetti e sogni insieme: Spazio ipotetico è uno spazio aperto.

ASSOCIAZIONI FIRMATARIE
del MANIFESTO

SOSTENUT* DA

in Spazio Ipotetico ogni persona ha diritto ad essere unica

Spazio ipotetico è uno spazio aperto

in Spazio Ipotetico c’è spazio per il sogno, il desiderio e la cura

STAFF

Pedagogista, performer e insegnante di circo ha lavorato in diversi contesti (educativa di strada, comunità minori,scuola, campi rom, area migranti e disabilità) conseguendo il dottorato di ricerca con un lavoro su Arte e Cambiamento Sociale. Ha coltivato progetti artistici nell’educazione non formale, sempre accompagnati dal fattore gioco e corpo come mediatori di temi legati alla giustizia sociale e a soggetti oppressə, esclusə, marginalizzatə, razzializatə e ritenuti non conformi. Pensa che i mostri siano magnifici, la vita un collage, la terra desolata, la resistenza sacra e le possibilità infinite ¿
Andrea Bianca Maragliano
Nel 2015 frequenta la Palestinian Circus School, dove oltre a studiare varie discipline circensi, inizia la sua formazione come insegnante di acrobatica aerea. Lavora lì come insegnante per bambini e adulti e come performer in festival ed eventi. Nel 2017 torna in Italia per continuare la sua formazione nel settore del circo ludico-educativo e del circo sociale. Dal 2018 in poi lavora come istruttrice e performer presso varie scuole ed agenzie di circo a Roma e si Laurea in pedagogia. In seguito partecipa e coordina diversi progetti di circo sociale in Kosovo, al confine Turco con la Syria e nella Striscia di Gaza fino ad approdare in Toscana dove oltre a Spazio Ipotetico, collabora con la Fondazione Dynamo Camp.
Chiara Ruggiero
Duccio Becheroni si occupa di diversità e condivisione sociale dal 2006. Laureato in psicologia generale e sperimentale a Firenze, è uno dei membri fondatori dell’associazione Ci Incontriamo. Appassionato di viaggi insoliti e di sport nella natura selvaggia, si dedica alla pratica e alla promozione della slackline costituendo nel 2016 l’associazione Slackline Toscana” insieme ai membri del suo team. Dal 2014 collabora al progetto di Circo Ipotetico presso l’associazione Ci Incontriamo.
Duccio Becheroni
Presidente dell’associazione Spazio Ipotetico, insegnante e formatore di circo, fondatore del Progetto Circus Aut Out, formatore Nazionale di Circo e artista di teatro Circo. Lavora ormai da anni usando il circo come strumento per l’inclusione sociale, in vari contesti, (scuole, centri di salute mentale, centri diurni, periferie a rischio…) cercando di cambiare lo stigma verso alcune classi sociali. Pensa che la bellezza di ogni persona è la sua unicità, un diritto da tenersi stretto.
Samuele Mariotti
Circense e studente di Scienze dell'educazione e della formazione a Firenze, performer e insegnante circense. Conosce il circo all'età di 7 anni e se ne innamora subito. Ha visto e conosciuto sulla sua pelle la nascita del progetto Circus-aut out ed ha assistito in prima linea alla creazione di Spazio Ipotetico. Ha lavorato per un anno nella scuola finlandese di circo ludico pedagogico Taidekoulu Estradi.
Paolo Antonelli
a sempre vicina al mondo dell’educazione e del sociale si laurea dapprima in Antropologia presso l’università di Bologna per poi conseguire l’abilitazione alla pratica di educatrice professionale. Ha operato in diverse tipologie di servizi tra cui servizi educativi scolastici, domiciliari, doposcuola e centri estivi residenziali e non. Entra in contatto con l’associazione Spazio ipotetico durante i suoi primi passi e identificandosi da subito nei valori da questa promossi, decide di mettersi in gioco e farne parte.
Carlotta Lupelli
Performer di teatro, danza e danzatrice Butoh. Laureata in Storia della Danza presso il Dams, co fondatrice nel 2016 del collettivo artistico Gruppo M.U.D. collabora con la compagnia Murmuris per l’organizzazione di eventi di ambito teatrale. In ambito sportivo è allenatrice e coreografa di nuoto sincronizzato sperimenta dal 2020 la possibilità di aprire le porte di questa attività per renderla aperta a ogni persona. Pensa che sia fondamentale creare legami e non smettere mai di meravigliarsi
Francesca Valeri
Antropologa, formatrice multiculturale ed educatrice, ha operato in varie tipologie di servizi educativi laboratori di tutoraggio, attività di doposcuola, servizi di educativa di strada, laboratori su temi del gioco, relazione e gruppo). Si avvicina al mondo delle arti circensi attraverso l’acrobatica aerea, di cui è insegnante e praticante. Nel frattempo inizia anche il suo percorso nel mondo della clownterapia come volontaria di corsia ospedalieri. Un sorriso, un guardarsi negli occhi con semplicità, un giocare spensierati sono gli ingredienti essenziali per arrivare ovunque e con chiunque!
Irene Guarducci
Co-fondatore dell’associazione Spazio Ipotetico, Educatore, Pedagogista. Fin dal periodo di studi inizia a lavorare in campo educativo sperimentando contesti differenti; nel 2017 viene a contatto con il progetto Circus AutOut e progressivamente inizia a collaborarci, fino a diventarne parte vera e propria. Lavora ogni giorno con l’idea che chiunque ha diritto ad essere ascoltat*, ad avere la possibilità di esprimersi, ad avere una dignità in quanto essere umano, in quanto persona.
Luca Bini
Margherita Vigni